Chi già mi segue e conosce i miei lavori (sa bene che non sono il tipo da rincorrere ogni nuova attrezzatura messa sul mercato né un feticista di sensori, lenti e flash.
Sott’acqua ho sempre fotografato con Nikonos V e con Nikon D90, fuori dall’acqua con Nikon F70, poi Nikon F100, infine Nikon D700: tutte macchine fotografiche assolutamente rispettabili, che ho usato per anni, avendo iniziato nel 1999 quando ero ancora un bambino, ma che non si può dire fossero “al passo col mercato”.
Da sempre infatti mi dedico alla fotografia della natura italiana, in particolare animali di ogni genere, per farli conoscere al grande pubblico e sensibilizzare rispetto alle tematiche di conservazione, prediligendo le storie naturali alle fisime su pixel e tecnicismi.
Qualche anni fa, un malfunzionamento dell’esposimetro della D700, a mio parere tra le migliori macchine sfornate dal marchio, e l’avvicinarsi della “scadenza” dell’otturatore, mi hanno obbligato a dover cercare un nuovo corpo macchina.
Devo confessare che inizialmente ho fatto davvero molta fatica a capire bene su cosa far ricadere la mia scelta (e nel frattempo ho usato la vecchia reflex mal funzionante, ad “occhiometro”): ad esempio le fotocamere “quadrate”, come la Nikon D4, la D4s e la D5 sono sicuramente portentose, le ho anche provate, ma risultano molto pesanti da portare in giro. Fotografo solo animali in libertà e non faccio praticamente mai fotografia da capanni turistici e comodi, per mammiferi e uccelli devo spesso camminare a lungo e in pendenza, con il teleobiettivo e una serie di altre attrezzature da appostamento che sono pesanti e spesso ingombranti, soprattutto se c’è neve: la possibilità di staccare un eventuale battery grip può fare la differenza, mentre averlo integrato rende il tutto meno agevole. Così come meno agevole è la fotografia rasoterra, che io pratico moltissimo sia per la macro che per la macro ambientata col fisheye (insetti, serpenti, rane, etc.), e che con un battery grip integrato diventa sicuramente poco “rasoterra” a meno di non usare la reflex al… contrario! Per la gioia dei contatti sulla slitta superiore.
La mia scelta si stava quindi orientando verso la D500: una fotocamera aps-c incredibile, con una raffica da 10 fotogrammi per secondo (quasi roba da film), una resa ad alti ISO superiore a qualunque altra fotocamera dx dello stesso marchio, un fattore di ingrandimento che da lontano, a parità di ottica, mi avrebbe aiutato con l’orso o il lupo di turno… insomma perfetta. L’ho poi presa per le foto subacquee.
Fuori dall’acqua ho però sempre fotografato con una fullframe e quello che mi lasciava perplesso era la resa in ogni caso migliore ad alti ISO delle altre “sorelle” fx recenti… La D750 ad esempio, ottimo prodotto, che però non mi ha convinto appieno per la resistenza dei materiali costruttivi e per la velocità massima dell’otturatore di 1/4000, pur rimanendo una reflex fantastica! Poi è uscita la notizia che sarebbe stata messa sul mercato la Nikon D850…
Nonostante le mirrorless siano al galoppo ormai, condivido qui alcune osservazioni su quest’ultima!
Ho cominciato ad indagarne le caratteristiche sulle varie recensioni che man mano comparivano sul web per poi provarla in negozio e convincermi che forse poteva essere la macchina giusta.
Senza battery grip incluso, si presentava comoda per la fotografia rasoterra e più maneggevole; con una buona raffica e soprattutto una tenuta ISO incredibile, si preannunciava utile per l’utilizzo in fotografia naturalistica. Avevo quindi ordinato il corpo macchina in negozio (nonostante il prezzo elevato, ma come dicevo sopra, la uso per lavoro e sempre cerco di far durare il più a lungo possibile le mie attrezzature, sperando di non doverla cambiare per anni e anni e anni…) e sopportato la fisiologica attesa che aveva coinvolto un po’ tutta Italia per via del centellinare dal Giappone la nuova creazione.
- Ho trovato molto comoda la possibilità di personalizzazione di gran parte dei tasti posteriori: venendo da anni di D700, per essere più reattivo nell’impostare la nuova reflex ho dovuto “D700izzarne” i tasti in modo che quelli in posizioni simili avessero più o meno funzioni simili
- Il tasto mobile, tipo joystick, posizionato accanto al mirino, rompe le palle. E’ sensibilissimo e facilissimo da toccare con la mano, col risultato che il punto di messa a fuoco viene spostato dal soggetto proprio sul più bello. Di default questo tasto ha la funzione di cambio punto MAF e, tenendolo premuto, di blocco AF, una funzione che uso tantissimo per ricomporre durante le fotografie di animali ambientati col paesaggio; quello che ho dovuto fare è stato assegnare al tasto accanto questa funzione in modo da interagire il meno possibile con il joystick
- I file sono enormi, veramente spropositati per il 99% degli utilizzi che potrei farne (e anche che potrebbero farne la gran parte delle persone che conosco, in realtà): questo porta problemi di tempi di trasferimento sul pc, di eventuale lavorazione in postproduzione, e di spazi di archiviazione. D’altro canto, tu prendi un file, croppi croppi croppi, e… il lato è sempre lungo. Questo per la fotografia di mammiferi e uccelli è un bene, non perché sia necessario fare sempre ritrattoni fullframe, ma perché per ottenere foto buone si può rimanere più lontani, disturbando meno i soggetti e influenzandone meno i comportamenti con la nostra presenza. La possibilità di croppare così tanto apre la strada ad una fotografia “matrioska”, perché all’interno di ogni file, in fin dei conti, si possono ottenere quattro se non di più immagini diverse anche solo lievemente correlate tra loro (penso ad esempio alle fotografie di gruppi di animali oppure di pattern vegetali). Attenzione però a non entrare nel circolo vizioso del “tanto poi croppo”: a mio parere una buona immagine già si vede sul monitor della reflex… Questo notevole dettaglio del file, d’altro canto, fa uscire qualunque eventuale difetto ottico delle lenti utilizzate, nonché lievi imprecisioni di messa a fuoco o micro mosso
- A proposito di ritaglio, è possibile croppare in vari formati l’immagine a priori (dx, quadrato, etc.) premendo un comodo tasto anteriore a portata di anulare destro senza dover entrare in menu di difficile reperibilità magari in momenti concitati. Trovo comodissimo il fatto che, in caso di crop, all’interno del mirino l’area esclusa dall’inquadratura si illumini di rosso premendo lievemente il tasto di scatto, facilitando la chiara demarcazione tra ciò che rimane inquadrato e ciò che viene escluso dal ritaglio on camera
- La resa degli ISO è incredibile: se prima mio malgrado ero costretto a fermarmi a 6400 ISO con una piastrellatura degna di uno sfarzoso mosaico, adesso con la D850 il rumore comincia a vedersi attorno ai 10.000 ISO e a farsi più presente ma assolutamente dignitoso a 20.000, per poi ovviamente essere elevato verso i 25.000 ISO. Per la fotografia in appostamento a orsi, lupi ed altri grandi mammiferi che pratico regolarmente sulle Alpi e negli Appennini, questo è davvero un vantaggio incredibile, poiché questi animali sono più attivi all’alba e al tramonto quando c’è poca luce. In alcuni casi ho però constatato come in certe condizioni ci sarebbe possibilità di fare ancora scatti con ISO decenti, ma l’autofocus ormai non aggancia più il soggetto
- La suddetta resa ad alti ISO unita ad una raffica eccellente (7 fps senza batteria aggiuntiva) fa sì che anche a mano libera e con ottiche pesanti, sia possibile ottenere nella sequenza almeno uno scatto nitido in mezzo ad altri mossi, anche con tempi attorno a 1/8 o 1/10 di secondo (con Sigma 150-600 Sport per un peso di quasi 3 kg macchina esclusa)
- Trovo un peccato non sia stato realizzato un flash pop-up, tendenza di tutti i nuovi modelli di fascia alta, perché effettivamente può essere poco utilizzato. A me è capitato spesso però di usarlo per effetti particolari (fotografia notturna fill-in ad animali in contesto urbano, panning o twisting a breve distanza con lampo sulla seconda tendina, etc. tipo questo https://www.instagram.com/p/BVP0pJ8g83y/?taken-by=marco_colombo_photography) quando non avevo con me un flash esterno; credo che questa scelta sia fatta per aumentare la tropicalizzazione e la robustezza del prodotto, ma allora non si spiega lo schermo reclinabile touch… che però sicuramente verrà comodo per la mia cervicale durante le sessioni macro!
Queste erano le mie prime impressioni su un corpo macchina sicuramente di qualità veramente elevata, e a distanza di anni non posso che confermarle.
In questa pagina vedete alcune immagini che ho scattato con la D850 giusto per provarla sul campo; ecco i dati di scatto dall’alto verso il basso:
Femmina di daino melanica, Piemonte – Nikon D850, Sigma 150-600 Sport, 1/80 f6.3, ISO 2500
Picchio verde su castagno morto, Lombardia – Nikon D850, Sigma 150-600 Sport, 1/40 f10, ISO 800, cavalletto
Capriolo all’alba, Lombardia – Nikon D850, Sigma 150-600 Sport, 1/1600 f6.3, ISO 1250
Caprioli sotto la prima neve, Lombardia – Nikon D850, Sigma 150-600 Sport, 1/250 f6.3, ISO 3200
Maschio di muflone e foliage, Lombardia – Nikon D850, Sigma 150-600 Sport, 1/80 f6.3, ISO 1600
Marco Colombo
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