Una luce nel buio
In subacquea spesso le torce vengono distinte in diverse categorie a seconda di potenza, temperatura colore, dimensioni, tipo di batteria e così via. Dal punto di vista meramente pratico, tendo a dividerle in due grossi blocchi: quelle a fascio stretto, molto potenti, utilizzate per esplorazione, acqua torbida, e per illuminare a una certa distanza, e quelle a fascio ampio, meno potenti, utilizzate per osservare il fondale da vicino. La nuova torcia subacquea Orcatorch D910V, di cui ho avuto modo di testare un prototipo, si colloca nella seconda categoria, ma non rinuncia ad una potenza degna delle torce da esplorazione.
Costruttivamente molto robusta, misura 129,5x45x53 mm, può resistere a cadute da 1 m di altezza e si presenta adatta agli ambienti rocciosi che frequento senza graffiarsi troppo. Ha un pulsante in titanio con sistema di blocco, per evitare che si accenda involontariamente nella borsa (cosa utilissima! Pensate di arrivare in spiaggia e scoprire che si è scaricata…); è ricaricabile magneticamente senza necessità di estrarre la batteria, il che riduce notevolmente i rischi di allagamento. Il tempo di carica è di 2 ore e 50 minuti circa, inferiore quindi a vari altri modelli presenti sul mercato. Il fatto che il caricabatterie vada in posizione corretta anche solo appoggiandolo alla torcia rende più difficile sbagliare nell’incastrare i contatti e provocare carenze nella carica.
Il tasto di accensione, non troppo duro ma nemmeno esageratamente sensibile, permette di ottenere tre diverse potenze in base all’utilizzo che si vuole fare: massima (5000 lumen), media (2000 lumen), minima (500 lumen).
La durata di utilizzo ovviamente è influenzata dalla potenza prescelta: il dichiarato per la massima è di 50 minuti, ma siccome il parametro può essere influenzato dalla temperatura dell’acqua e altri fattori, ho fatto dei test ottenendo anche una permanenza della torcia accesa per 1 ora e 12 minuti.
A media potenza la torcia illuminerà le nostre immersioni per circa 2 ore, mentre alla potenza minima la durata è strabiliante, oltre le 8 ore. Usando la torcia in maniera non continuativa, è possibile addirittura i tempi si allunghino ulteriormente.
Se è vero che per un fotografo 50 minuti di immersione sono di solito la base (normalmente le mie notturne durano 3 ore), è anche vero che la potenza massima è talmente elevata da essere assolutamente non necessaria nella ricerca di soggetti da fotografare, e durante l’attività fotografica. Già la potenza media è molto elevata e permette addirittura di scattare con tempi lenti per avere dei mossi creativi, ma sarà la potenza minima pressoché illimitata in termini di tempi subacquei a risultare la più utile. Tra l’altro, per me che vado spesso in grotte e caverne, la possibilità di avere una torcia che almeno ad una potenza abbia la possibilità di rimanere accesa così tanto tempo è un’ulteriore sicurezza in termini di “ridondanza temporale” delle attrezzature, oltre alla doverosa ridondanza in termini di numero di torce. In ogni caso, un utile led accanto al pulsante di accensione indica lo stato di carica in maniera precisa, con codici colore diversi: verde (oltre il 70%), arancione (70-30%), rosso (<30%), rosso lampeggiante (<10%).
Una cosa interessante di questa torcia è l’assetto in acqua: il peso di 430 g (non indifferente se sommato a tutto il resto e se bisogna camminare a lungo in montagna prima di arrivare al punto di immersione) diventa di soli 215 g in acqua, rendendola molto comoda e maneggevole, anche grazie ad un anello gommato che la rende facilmente impugnabile senza scivolare. Per chi fosse appassionato di immersioni tecniche, la profondità massima operativa testata per questa torcia è 150 m: una quota che io mai raggiungerò, ma vi posso assicurare che almeno fino a 45 m non ha alcun tipo di problema!
La temperatura colore neutra permette di avere una luce bianca (5700K) e diffusa (angolo 120°), ideale per non avere foto rossastre o bluastre in caso di miscela luce flash/ambiente, una situazione comune quando si utilizza il grandangolo; questo rende la D910V una torcia ideale anche per riprese video subacquee in luce continua, a mo’ di faretto.
Come sempre a fine utilizzo, soprattutto in acqua salata, è consigliabile sciacquare la torcia, che in ogni caso è costruita con i migliori materiali anodizzati anticorrosione, al fine di aumentarne la durata in un ambiente “ostile” ai metalli come quello marino.
Caratteristiche tecniche:
- CREE COB LED
- Ampiezza fascio 120°
- Temperatura colore 5700 K
- CRI: RA 92
- Tempo di ricarica (magnetica) 2.5h
- Pacco batterie standard incluso
- Bottone in titanio per cambiare potenza
- Indicatore LED per la carica rimanente
- Sistema anti-surriscaldamento
- Sistema di protezione da sovraccarica
- Testata a 150 m di profondità
- Corpo in alluminio iper resistente
- Finiture anticorrosione all’avanguardia
- Vetro temprato rivestito su entrambi i lati per resistere ad alte pressioni
- Massima potenza: 5000 lumen, durata massima 50 min
- Media potenza: 2000 lumen, durata massima 2h 10min
- Bassa potenza: 500 lumen, durata massima 8h 50 min
- Resistenza all’impatto: 1 m
- Resistenza alla profondità: 150 m
- Voltaggio di lavoro: 8.4-12.6 V
- Tempo di carica: 2.5h
- Dimensioni: 129.5mmx45mmx53mm
- Peso netto: 430g
- Peso in acqua: 215g
- Accessori: caricatore, supporto a sfera, anello di gomma, O-rings
Attrezzatura ibrida
Sono andato a cercare con questa torcia i granchi di fiume (Potamon fluviatile) in un corso d’acqua toscano, e devo assolutamente sottolineare una cosa: normalmente le torce subacquee non sono utilizzabili fuori dall’acqua, perché si surriscaldano velocemente essendo pensate per ambiente subacqueo. La D910V però ha un vantaggio: un sistema intelligente di autoprotezione dal surriscaldamento, e quando raggiunge una temperatura di 65°, la torcia automaticamente riduce la propria potenza.
Questo permette di utilizzarla anche fuori dall’acqua, e ciò è un gran vantaggio per chi come me va alla ricerca di animaletti in ambienti oscuri e umidi, dove una torcia normale magari si rovinerebbe, oppure in ambienti al confine tra acqua e riva, dove le continue immersioni ed emersioni logorerebbero la strumentazione. In questo modo, quindi, ho potuto cercare i granchi di fiume tra i massi del fiume, anche sotto tettoie di roccia o dentro tane della riva, senza temere per l’incolumità della mia fonte luminosa.
I granchi di fiume sono dei grossi e colorati crostacei, che vivono nelle acque dolci predando invertebrati, rane e piccoli pesci; durante la notte o nelle giornate piovose possono anche avventurarsi fuori dall’acqua, alla ricerca delle proprie prede, sfruttando l’umidità dell’aria. Una popolazione è presente anche nel centro di Roma!
Tornando alla torcia, ovviamente è stata studiata per l’acqua, quindi nonostante io l’abbia usata con successo anche per l’esterno, in miniere abbandonate, per macrofotografie di fiori e lightpainting nella fotografia di paesaggio, consiglio di limitarsi a quell’uso: la temperatura della lente frontale è comunque elevata e può mandare in fiamme in pochi secondi anche una foglia verde.
Combattere il torbido
Ovviamente ho testato l’Orcatorch D910V anche in acque più profonde.
Sono andato in un lago prealpino nel periodo di acqua più torbida, per verificare l’effettiva illuminazione, e nonostante ovviamente in queste condizioni “buchi” meno, è comunque molto potente.
Anche se utilizzando una torcia è più difficile nascondere la sospensione che con i flash, questa può essere un’ottima alternativa per chi si avvicina alla fotografia subacquea: infatti in acqua bassa, con il sole, sotto ai soggetti si crea una fastidiosa ombra nera. Utilizzando Orcatorch D910V sono riuscito a schiarire o addirittura eliminare quest’ombra mentre fotografavo i persici sole (Lepomis gibbosus) in pochi centimetri d’acqua.
Inoltre, alla massima potenza permette davvero di risolvere il problema del mosso grazie all’input di luce aggiuntiva: in una situazione stavo fotografando un persico sole all’ombra e i tempi di scatto si aggiravano attorno ad 1/30, con la conseguenza di molte immagini mosse. Accendendo la torcia alla massima potenza, i tempi sono balzati ad 1/80 e mi hanno permesso di portare a casa immagini nitide.
La torcia permette inoltre di schiarire il primo piano nelle silhouettes, qualora si volessero mostrare dei dettagli della sagoma, e ho verificato questo di persona grazie alle ninfee.
Su queste ultime ho provato anche il controluce e devo dire che la possibilità di staccare dalla custodia una torcia così prestante e posizionarla dietro al soggetto è un aiuto enorme per l’illuminazione creativa, e in alcuni scatti mi ha dato l’occasione per mostrare le nervature delle ninfee rendendo più tridimensionale il risultato finale.
Inutile dire che il mio esperimento preferito è stato con un persico sole particolarmente confidente, che mi ha permesso di posizionare dietro di lui la torcia e fotografarlo con il fisheye, a pochi centimetri, perfettamente retroilluminato: una radiografia che si ottiene usualmente con gli snoot dei flash, e neanche sempre, e che in questo caso ho miscelato con il verde dello sfondo.
Una torcia per professionisti e amatori
In mare ho utilizzato Orcatorch D910V con due configurazioni: su Olympus PEN E-PL1 (mirrorless) come luce principale e su Nikon D90 (reflex) come luce guida.
Nel primo caso sono stato sotto le falesie dell’Area Marina Protetta di Portofino in Liguria, un luogo ricco di pesci. Non ho potuto attaccare direttamente la torcia alla custodia, e la mancanza di un cinghiolo ha reso un poco scomodo il tutto, ma a massima potenza, la fonte di illuminazione si è rivelata eccezionale.
Calda e ampia, mi ha permesso con un obiettivo da 18 mm di inquadrare animali di medie e grandi dimensioni a distanza ravvicinata, illuminandoli in maniera omogenea e scaldando i colori anche a 30 m di profondità.
Il fascio è talmente ampio da non creare bordi scuri ai margini della foto, e questo rende la torcia un perfetto sostituto dei più costosi flash. Nella fotografia di stelle marine e cernie appoggiate sul fondale, a distanza massima di 1 metro, i colori vengono risvegliati in maniera vivida e naturale, senza creare nemmeno troppe ombre se si ha l’accortezza di angolare bene l’illuminatore.
Nel caso di grossi banchi di salpe (Sarpa salpa), invece, l’utilizzo della torcia mi ha permesso di ravvivare i riflessi argentati dei pesci e le loro striature gialle, pur essendo in controluce. La D910V si è quindi rivelata una torcia utile anche per chi si avvicina alla fotografia subacquea per la prima volta, e sicuramente pure per i videoamatori, e non solo per i professionisti.
Segui la luce
Facendo immersioni in mare, sono andato sui fondi mobili della Liguria per testare la torcia a 35 m di profondità, fotografando le gorgonie arancioni (Leptogorgia sarmentosa) cresciute su piccole rocce in mezzo al fango. A queste profondità la luce inizia a scarseggiare ed è importante quando si fotografa, soprattutto con la reflex, poter contare su un buon sistema di illuminazione che permetta all’autofocus di agganciare il soggetto senza fare hunting. In queste situazioni, utilizzando il fisheye, ho potuto scattare delle immagini anche senza guardare nel mirino, perché la luce ampia illuminava tutti i ventagli e l’autofocus lavorava da solo senza bisogno di grossi controlli.
Ho fatto anche una prova: scatto in luce ambiente, scatto in luce ambiente + flash, scatto in luce ambiente + Orcatorch D910V. Quello che ho riscontrato è che, utilizzando tempi lievemente lenti su soggetti fermi, l’effetto finale utilizzando i flash o la torcia è assolutamente paragonabile, a parte per le ombre che ovviamente risentono dell’angolazione degli illuminatori (due torce su due braccetti probabilmente avrebbero portato a immagini indistinguibili). Unica “mancanza”, facilmente risolvibile con dei filtri, è quella della luce rossa, utile per fotografare alcuni pesci che scappano invece con la luce bianca.
Conclusioni
Orcatorch D910V si è rivelata durante i test una torcia affidabile e di grande qualità, con fascio ampio e caldo, utile sia come luce guida che come illuminatore principale. La struttura robusta e la durata di carica elevata sono caratteristiche che la rendono adatta anche a situazioni più difficili come fango, torbido, notte e grotte. Lasciatevi guidare nella bellezza delle profondità da Orcatorch D910V, la chiave per spalancare le porte del buio.
Marco Colombo
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