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Celebrare l’ignoto

A volte mi è toccato leggere e sentire che “tutto è già stato fotografato”.
Sul pianeta esistono milioni di specie di animali e piante, e molte ancora devono essere scoperte e descritte, possibilmente prima che si estinguano. E noi fotografi che possiamo fare? Concentrarsi sulle “solite” specie, pensando che tutto sia già stato fotografato e celebrato, è un grave errore dal punto di vista della conservazione. Anche loro meritano attenzione, non v’è alcun dubbio, essendo spesso “specie bandiera” o “ombrello”, la cui protezione giova ad ampie porzioni di territorio e dunque anche a tutte le specie più piccole e meno conosciute che vi convivono.
Ma dal punto di vista del messaggio che passa a chi guarda le immagini e poco mette il naso fuori di casa, concentrarsi sulle “solite” specie è fuorviante, poiché rappresenta una banalizzazione della realtà.
Sono sicuro che chiunque, cercando nei boschi, nei campi, sulle spiagge, sulle vette montane o nell’acqua, insistendo, documentandosi, troverebbe un qualche insetto, un qualche mollusco o anfibio poco conosciuto e poco noto, che val la pena di celebrare.

Per questo un giorno ho organizzato una “Missione brotula”: una lunga immersione in un budello sommerso, con passaggi stretti e tortuosi alternati a grosse camere di calcare bianchissimo e spettrale, praticamente privo di vita, con sacche di monossido di carbonio ricche di stalattiti bellissime.
E’ questo il regno della brotula, un pesce poco noto ma molto interessante.

Parte di una famiglia di pesci quasi interamente abissali, poco conosciuti e irraggiungibili per i subacquei, la brotula è una delle poche specie che si rinviene anche in acque superficiali a profondità ridotte: ma, sia ben chiaro, non tradisce le abitudini dei parenti e, amando il buio più totale, si trattiene solo all’interno di spaccature, cavità e grotte più o meno inaccessibili, dove l’oscurità è padrona. In questa foto sembra gigante, ma è un pescetto di pochi centimetri di lunghezza, dai movimenti pigri e lenti, che si svela alla torcia come una piccola sorpresa durante l’esplorazione.
Cosa mangia? Come si riproduce? Poco si sa. Endemico del Mediterraneo, pare predi piccoli crostacei bentonici, e che sia viviparo. Non mi scosto molto dalla realtà dicendo che praticamente tutto ciò che sappiamo di questo animale si esaurisce in queste poche righe… non varrebbe la pena scoprirne di più?


Marco Colombo

www.calosoma.it

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